Il gioco dell’io - Note e riflessioni sullo spettacolo teatrale del Liceo Scientifico annesso al Convitto



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Domenica 9 giugno, il Liceo Scientifico annesso al Convitto Nazionale “Principe di Napoli” di Assisi ha messo in scena il tradizionale spettacolo teatrale di fine anno, a compimento del Progetto “Scene applicate - Teatro e Scenografia”, incluso tra le “Azioni di prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica”, iniziativa supportata da Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Quest’anno il lavoro proposto, L’eccezione e la regola - Provando e riprovando, realizzato sotto la regia del Prof. Pierpaolo Peroni, insegnante di Lettere nella scuola, ha toccato un tema di sicura rilevanza: l’atteggiamento dell’uomo di fronte alla scienza e al sapere, declinato nelle sue molteplici forme – il potere, la fede, il senso comune dei più. Un tema sostenuto dall’adattamento di alcuni testi di E. Ionesco e dell’opera di B. Brecht, Vita di Galileo.
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Trenta fra studentesse e studenti dell’Istituto hanno calcato la scena accanto a un loro insegnante, il Prof. Marco Millucci, che ha vestito i panni del celebre matematico e scienziato. Di matrice studentesca anche scenografie e costumi, frutto del lavoro di quattordici tra alunne e alunni che hanno operato sotto la guida di due insegnanti di Disegno e Storia dell’Arte, la Prof.ssa Antonella Cannelli e il Prof. Federico Della Bina. Importanti, inoltre, anche i contributi di meritorie istituzioni cittadine, come la “Nobilissima Parte de Sopra”, che ha fornito alcuni degli abiti indossati da attrici e attori, e il “Piccolo Teatro degli Instabili”, la cui direttrice artistica, Fulvia Angeletti, ha accolto la compagnia studentesca nella propria struttura per attività e prove riconosciute nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO).

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In che modo lo spettacolo proposto al pubblico ha legato due esperienze drammaturgiche così distinte l’una dall’altra, da un lato il teatro “didattico” di Brecht, dall’altro la messa in scena dell’assurdo dell’esistenza da parte di Ionesco? Cosa ne ha fatto un lavoro organico ed equilibrato, sancito come tale dalla splendida riuscita della rappresentazione, guadagnata con merito da un gruppo di ragazzi e ragazze che hanno saputo affrontare le asperità dei testi, la difficoltà della resa interpretativa dei molti personaggi attivi contemporaneamente sul palcoscenico del teatro, messo gentilmente a disposizione dalla Pro Civitate Christiana? Il filo che ha unito la lotta seicentesca e controriformista contro la nuova scienza di Galileo (Brecht) alle destabilizzanti immagini di un’umanità lacerata e confusa circa il proprio destino (Ionesco) si dipana, probabilmente, da alcune pagine del Gioco al massacro, riadattate per la rappresentazione studentesca, e illustra la più o meno pronta capacità umana di reagire al «prevedibile» che «non può essere previsto», come osserva un personaggio della pièce composta dall’autore franco-rumeno: di fronte all’aggressione dell’epidemia, cioè dell’esistenza, donne e uomini, imprevedibilmente inetti a reagire, non sanno far altro che assolvere se stessi, così come, nel Seicento evocato da Brecht, una Chiesa che sente minacciata la sua autorità reagisce in una maniera prevedibile ma che non riesce a essere prevista da chi, come Galilei, ha fatto della scienza (e della previsione scientifica) la sua ragione di vita. I due autori, e i testi rappresentati, ci chiamano a una scelta essenziale, vale a dire una scelta per l’essenza del proprio essere: afferrare il proprio io e farne vessillo della conquista di una testimonianza di libertà (anche se ne andasse della propria vita), o arrendersi al vuoto di un’esistenza schiacciata dal potere – che nelle sue proteiformi sembianze non è altro che l’espressione concreta dell’insensato? La risposta consegnata alla scena sembra disarmante, ma qual è il suo significato più profondo, per uno spettacolo scolastico?

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I ragazzi e le ragazze che, da attrici, attori, scenografe e scenografi, hanno affrontato il lavoro della realizzazione dello spettacolo non hanno solamente portato a compimento un progetto scolastico, fatto comunque di grande rilievo. Ciò cui si sono trovati di fronte è stata, questo almeno nelle speranze e nelle intenzioni dei responsabili dell’iniziativa, un’occasione, l’accadere di un momento particolare nel più ampio spazio della loro crescita. Un momento che, potremmo dire, ben si sposa con il titolo dello spettacolo; la “regola” con cui ogni giorno si confrontano, nello svolgimento del loro percorso scolastico, e “l’eccezione” che spicca nella loro magmatica personalità, ancora in formazione.  Confrontarsi con un testo importante, benché ridotto e commisurato alle loro capacità interpretative, viverlo in prima persona nelle sue molteplici sfaccettature, rendere lo spessore e le pieghe dei personaggi coinvolti o interpretare i testi attraverso il disegno delle scene e la progettazione degli oggetti che le hanno arricchite ha certamente costituito un importante momento di crescita, che – crediamo – abbia portato tutti e tutte loro a un significativo confronto con se stessi e se stesse, con il loro poter essere espressione viva e lucida di uno squarcio di vita, che si misura (anche se solo su un palcoscenico o dietro le quinte) con le trame dell’esistenza. Un’esistenza che ragazze e ragazzi sfiorano soltanto nei loro giorni scolastici, dove sono chiamati a formare la loro personalità, a prepararsi, oggi, a essere cittadine e cittadini, domani. Sarebbe quasi superfluo sottolineare quanto il teatro sia decisivo in questo compito, se non fosse che oggi questa grande forma espressiva del proprio sé fatica a farsi strada nelle giovani generazioni in un ambiente scolastico (come molte altre forme d’arte, basti pensare alla musica); per questo, tanto più meritoria appare la scommessa che il Liceo Scientifico di Assisi porta avanti, oramai da diversi anni, e che da tempo risulta una scommessa vincente, dal momento che dalla scuola sono emersi talenti che, a seguito di esperienze come queste, hanno poi intrapreso percorsi di professionalizzazione che li hanno portati a dedicarsi a diversi ambiti artistici, dalla regia alla recitazione al ballo e alle arti figurative. Testimonianza ulteriore, e oggi quanto mai necessaria, di come la cura dell’arte e della cultura sia imprescindibile nella costruzione di un’identità forte e consapevole del proprio ruolo sociale e civile.


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Di tutto ciò, i ragazzi e le ragazze che hanno lavorato a L’eccezione e la regola hanno saputo dare grande prova; assiduo nelle prove e nella realizzazione di scene e costumi (nonostante l’accavallarsi dei loro molti impegni scolastici), attento, tenace e creativo nel seguire e interpretare le indicazioni degli insegnanti, perfezionandosi tentativo dopo tentativo, e infine brillante e spontaneo nella resa scenica finale, questo nutrito e partecipe gruppo di studentesse e studenti che domenica 9 giugno hanno concretizzato il loro impegno in maniera emozionante e coinvolgente scrive, così, il proprio nome nella lunga serie di quei piccoli capolavori (scolastici solo di nome) che il Liceo di Assisi ha, negli anni, collezionato.

Prof. Marco Millucci

Prof. Pierpaolo Peroni